La Sottosezione di Pescina del Club Alpino Italiano, che fa capo alla sezione CAI di Avezzano, è nata nel 2014.
Nell’ambito della più generale attività della sezione madre, la Sottosezione oltre a crearsi un proprio calendario, è autorizzata a tracciare sentieri e gestirli in modo autonomo. Può organizzare iniziative di qualsiasi genere ma compatibili con il fine sociale che è la promozione, cura e salvaguardia della montagna.
Il territorio di Pescina e della Valle del Giovenco, pure incluso in una Regione di particolare pregio naturalistico come l’Abruzzo, può vantare delle peculiarità che lo rendono unico. La presenza di una valle fluviale antropizzata ma nel contempo di alto valore ambientale. La ricchezza di siti storici di altissimo pregio culturale, come anche di personaggi di grande rilievo nella storia e nella cultura italiane. La scarsa penetrazione turistica che, se da un lato aiuta a preservare i luoghi, dall’altro ne ha impedito una armoniosa crescita economica, congruente con le caratteristiche di altri luoghi simili in Italia.
Il Cai dunque come segno tangibile della volontà di preservare e tutelare un territorio unico, ma cercando di migliorarne una sana fruibilità, compatibile dal punto di vista ambientale ma in grado di potenziarne la vita sociale ed economica.
Il 28 ottobre 2017, il Consiglio Direttivo ha approvato la nuova denominazione “CAI VALLE DEL GIOVENCO” .
IL CONSIGLIO DIRETTIVO in carica dal 17 luglio 2021:
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RANALLI Roberto – Reggente
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LANCIANI Paolo Vicereggente
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DI NICOLA Dea Nives – Segretario
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ANGELONE Lorenzo – Tesoriere
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LATTANZI Bruna – Responsabile social media
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COMMITO Anna Grazia
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PARISSE Maria Elena
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DI STEFANO Nino Gaetano
L’indirizzo della sede è – Via Serafino Rinaldi PESCINA
Sentiero Silone
Il Sentiero Silone, inaugurato il 22.8.2015, sta riscuotendo un notevole interesse da parte di escursionisti e sezioni CAi. Già numerose le presenze, dal CAi Napoli e Piedimonte Matese al CAi Ascol Piceno e San benedetto del Tronto, ed altre partecipazioni sono previste nel futuro. Recentemente il Sentiero è stato dotato di tabelle esplicative posizionate in punti citati dallo scrittore ed in cui, oltre alla grafica del percorso, è presente la citazione dell’opera da cui è stato ispirato quel particolare punto.
Il Sentiero Silone, come suggerisce il suo nome, è un percorso ricavato dalla lettura delle opere dello scrittore pescinese. Ignazio Silone disse che si era “costruito un villaggio” con il materiale della sua memoria. Ed è stato proprio così, fin dall’inizio, fin dalla descrizione che fa di Fontamara:
“A chi sale a Fontamara dal piano del Fucino il villaggio appare disposto sul fianco della montagna grigia brulla e arida come su una gradinata.”
Chi ci è stato, riconosce Pescina in Fontamara.
Questa aderenza geografica si riscontra in molte delle sue descrizioni, e l’idea del Cai Pescina è stata quella di rintracciare i luoghi nelle descrizione fatte da Silone.A distanza di quasi 100 anni da ciò che era Pescina ed il suo territorio, molti dei luoghi descritti sono ancora perfettamente riconoscibili. Uno per tutti, dal romanzo “Il Segreto di Luca”:
“Con passo lento, ma regolare, il vecchio salì l’ultimo tratto della ripida e rocciosa scorciatoia. Dove questa si ricongiungeva con la strada rotabile, sopra un piedestallo di pietra si ergeva una grande croce di ferro.”
Il luogo è ancora esattamente così
SENTIERO SILONE – PUNTO 1 – PIAZZA DUOMO
In questa foto appare Piazza Duomo, a Pescina. Prima del 1915 una parte di essa era occupata dal Seminario Diocesano, e usando le pietre delle sue macerie è stato edificato l’altissimo muro di contenimento che si vede ad un suo lato. E’ lì che Silone si trovava quando avvenne il terremoto del 1915.
Con ogni probabilità anche l’incontro con Don Luigi Orione, raccontato nei minimi particolari nel racconto “Incontro con uno strano prete” contenuto nel saggio Uscita di Sicurezza, avvenne su questa piazza, come raccontato da alcune testimonianze giunte fino ai nostri giorni.
SENTIERO SILONE – PUNTO 2 – LA CASA NATALE
La Casa natale di Ignazio Silone, nella foto a destra sinistra quella con la targa in marmo, fu abbandonata dalla sua famiglia dopo la morte del padre Paolo avvenuta nel 1911. Con la madre i due fratelli si stabilirono presso un’altra casa poi distrutta dal terremoto ed oggi completamente perduta.
SENTIERO SILONE – PUNTO 3. VISITA AL CARCERE e LA LEGA DEI CONTADINI
L’attuale complesso che ospita il Teatro San Francesco ed il Museo Siloniano nel corso di vari secoli ha avuto diverse funzioni. Da convento francescano a carcere, e questo nel periodo in ci Silone era ragazzo. Sempre in Uscita di sicurezza di quel luogo Silone racconta di una visita fatta ad un detenuto:
“Di quella visita ricordo ancora ogni minimo particolare, perché a causa della mia età ancor tenera, era la prima volta che entravo in un luogo simile. Appena vi misi piede, il cuore cominciò a battermi così forte da farmi male. Il custode ci condusse in una cameretta puzzolente, che riceveva scarsa luce da una finestrella protetta da due inferriate, e ci indicò uno sportello aperto, in una delle pareti, ad altezza d’uomo, attraverso cui potevamo parlare col detenuto da noi richiesto.”.
La Lega dei contadini, sodalizio nato per difendere i lavoratori dai soprusi dei proprietari terrieri, era un luogo che il giovane Silone iniziò a frequentare appena dopo il terremoto. Ne parla cosi:
“Non c’era più nessuno che chiamasse me, e forse anche per questo, mi sentivo stranamente attirato verso quella povera gente che, pur stremata dalle fatiche della giornata, ubbidiva al richiamo della tromba. Così varie volte m’intrufolai anch’io nelle assemblee che in quel tempo si svolgevano nel cortile di un antico convento francescano, che a suo tempo era stato fondato dallo stesso pover’uomo di Assisi.”
SENTIERO SILONE – PUNTO 4 – VIVA SCELLINGO
L’episodio, raccontato da Silone in Uscita di Sicurezza, ha per protagonista Mariano Scellingo, medico, candidato contro il Principe Torlonia nelle elezioni del 1909. A sorpresa vinse largamente le elezioni. LA scritta, visibile ancora oggi su un portone del centro storico, indica con chiarezza i sentimenti dei “fontamaresi” dell’epoca.
“Due giorni dopo arrivò in piazza un curioso vecchietto da Roma; portava gli occhiali, un bastoncino nero e una valigetta. Nessuno lo conosceva, si chiamava Scellingo. Egli disse di essere un medico oculista e di aver presentato, a nome del Partito del Popolo, la propria candidatura contro quella del Principe.”
SENTIERO SILONE – PUNTO 5. IL RITORNO DI LUCA
Il Segreto di Luca racconta, ispirandosi a una storia vera, l’amore di Luca Sabatini per Ortensia, dal quale scaturranno una serie di peripezie. Il ponte della foto, miolto antico, si ritiene possa esser quello descritto in basso:
“Prima di arrivare ai piedi della collina la strada passava sopra un ponte di pietra, sotto cui, in un alveo profondo, correva un ruscello. L’uomo scese per un sentiero a scaletta fin sull’argine di esso e vi cercò un po’ di spazio pulito per posarvi la bisaccia.
Proprio sotto il ponte il ruscello cadeva da una spalliera rocciosa e formava un piccolo bacino profondo e limpido.”
SENTIERO SILONE – PUNTO 6. LA CROCE DEI PASSIONISTI
Luca Sabatini, protagonista del romanzo “Il Segreto di Luca” tornando al suo paese natale, Cisterna dei Marsi, dopo 40 anni di carcere, affronta una ripida salita. Silone si è ispirato all’antico sentiro che i pescinesi percorrevano per raggiungere la stazione ferroviaria, una ripida scorciatoia al culmine della quale vi era (visibile anche oggi) una grande croce in ferro. Cisterna viene posta al culmine di questa salita:
“Con passo lento, ma regolare, il vecchio salì l’ultimo tratto della ripida e rocciosa scorciatoia. Dove questa si ricongiungeva con la strada rotabile, sopra un piedestallo di pietra si ergeva una grande croce di ferro.”
SENTIERO SILONE – DALLA CROCE DEI PASSIONISTI ALLA VECCHIA FILANDA
Lasciate le ripide balze che dalla Croce dei Passionisti conducono di nuovo verso il fiume, il Sentiero attraversando la provinciale per Ortona dei Marsi si immete in un brevissimo sterrato che conduce verso il fiume, e verso una altro posto raccontato da Silone sempre ne “Il segreto di Luca”: il Vecchio Mulino. Questo fabbricato, ormai in stato di abbandono, è in realtà una antica filanda, ed è qui che con ogni probabilità Silone ambiente il mulino di Ludovico
SENTIERO SILONE – LA VECCHIA FILANDA
Il Vecchio Mulino. Questo fabbricato, in realtà una antica filanda, era un posto ben conosciuto dal giovane Secondino Tranquilli, che probabilmente accompagnava qui la madre tessitrice. Ne “Il segreto di Luca” Ludovico il mugnaio si lamenta della mancanza di clienti, migrati tutti al nuovo mulino elettrico alimentato dalla centrale posta sul fiume. Entrata in funzione nel 1906, la centrale fu progettata da Camillo Tranquilli, zio di Silone.
SENTIERO SILONE – LA SELVA DI MARTINO
Molta narrazione siloniana è legata ad elementi naturali. Nel romanzo “Una manciata di more” ascoltiamo Martino che parla della Selva. Il bosco, identicoa a come era, costeggia il fiume ed il Sentiero attraversa percorrendo anche una parte dell’antico condotto di acqua che alimentava la Centrale.
“<Sono cresciuto quassù, ma allora c’era la selva. Quante volte, negli ultimi anni, m’ero immaginato il ritorno su questo colle, tra le querce, i faggi, i larici. Se chiudevo gli occhi ne sentivo il lungo brusio nel più profondo di me stesso. Bisogna aver passato giorno e notte in un bosco per scoprire quante infinite voci può contenere. >”
SENTIERO SILONE – LA CONTRADA DEI SERPARI
Stranamente, il capolavoro Fontamara cita un unico punto esterno al perimetro del villaggio: la Contrada dei Serpari. E’ il luogo, inospitale e selvaggio, che Berardo Viola cerca disperatamente di coltivare nonostante la sua posizione di montagna. Il risultato sarà disastroso.
“Il giorno perciò che ci disse di aver seminato un sacco di granoturco nella contrada dei Serpari (dove mai, a memoria d’uomo, era stato seminato), tutti ci rallegrammo con lui e bevemmo alla sua salute. “Ho domato la vecchia montagna”, diceva Berardo ridendo. Forse ci rallegrammo troppo, forse ci rallegrammo affrettatamente; forse, come temeva Michele, in quel modo sfidammo la montagna.”
SENTIERO SILONE – LE MURA ITALICHE
Dalla Contrada dei Serpari il Sentiero si dirama di 2 varianti: quella principale, che percorrendo la cresta riporta a Pescina attraversando prima una zona antichissima con ancora visibile delle mura italiche risalenti al 700 a.c., poi una pineta posta in loco nel 1904 dai carcerati di Pescina. Proprio alla fine della pineta, quando si apre il panorama vertiginoso su Pescina, il monumento all’Alpino che soccorre saluta gli escursionisti che si accingono a rientrare nel centro storico passando davanti alla tomba di Ignazio Silone.
SENTIERO SILONE – LA SELLA DELLE CAPRE
La variante qui descritta si riferisce alle descrizioni che, nel romanzo “Vino e Pane” Silone traccia dei luoghi intorno a Pietrasecca, l’immaginario paese che ospita l’esilio di Don Paolo-Pietro Spina. Come in altre occasioni, i panorami descritti sono quelli che Silone aveva memorizzato sin dall’infanzia.
– “Pietro guardava le pareti bianche della serra. Non erano mai apparse cosí alte e impervie. In vista di Pietrasecca, egli si aggiustò il feltro in testa e abbottonò il mantello. Il suo sguardo era fisso alla montagna a ridosso del villaggio con le sue due cuspidi ineguali, come la schiena d’un dromedario. Tra le due gobbe vi era una profonda avvallatura chiamata la Sella delle Capre.”
– “Quando arrivò sull’orlo della scarpata Cristina si trovò in un ampio spiazzo, quasi rettangolare, chiamato il Prato delle Streghe. Al di là dello spiazzo, la montagna continuava con un leggero pendio. Tutt’intorno la neve era intatta. Nessuno era passato di là.”