Il CAI di Avezzano partecipa all’inaugurazione del “Sentiero Frassati” a Collelongo

Con una sola gamba sul Monte Velino nel 50° della posa della Madonnina
10 Agosto 2016
Corno Piccolo: divieto di accesso alla Ferrata Danesi. Ordinanza del Comune di Pietracamela
27 Agosto 2016

Il CAI di Avezzano partecipa all’inaugurazione del “Sentiero Frassati” a Collelongo

Venerdì 12 agosto 2016 si è svolta a Collelongo, l’intitolazione al beato Pier Giorgio Frassati del sentiero di montagna che va dalla Chiesa di Madonna a Monte al fontanile e ai ruderi di Sant’Elia. Circa 150 persone hanno percorso a piedi l’intero sentiero ed è stata raggiunta a Fonte S. Elia dove Mons. Pietro Santoro, Vescovo dei Marsi ha celebrato la Santa Messa. Una folta rappresentanza del CAI a livello regionale, provinciale e delle sezioni di Coppo dell’Orso ed Avezzano ha accompagnato nel cammino i giovani di Azione Cattolica. Durante il percorso è stata portata la piccozza con la quale Piergiorgio Frassati scalava le sue montagne, concessa in via del tutto eccezionale, per l’occasione, dalla famiglia del beato. Ora tutti potranno percorrere il sentiero Frassati e, durante il cammino, grazie alla bacheche che si incontrano strada facendo, sarà possibile conoscere meglio il beato, ma anche i luoghi e la natura attraverso i quali il sentiero stesso si snoda.

 

.

 

Chi era Pier Giorgio Frassati

Pier Giorgio Frassati nacque il 6 aprile 1901, da una delle famiglie più in vista dell’alta borghesia della Torino sabauda.  Il padre, Alfredo Frassati, si laureò in legge ma preferì dedicarsi alla carriera giornalistica, che rappresentò poi la sua fortuna; nel 1895 rilevò la redazione del quotidiano “Gazzetta Piemontese” e nel 1896  la “Gazzetta Piemontese” apparve con una nuova testata: “La Stampa” che divenne uno dei quotidiani più importanti d’Italia.  Pier Giorgio Frassati  era un ragazzo molto vivace, solare, sempre allegro e ricco di energie. Praticò numerosi sport, ma furono soprattutto le escursioni in montagna a costituire la sua più grande passione. Si iscrisse anche a varie associazioni alpinistiche, partecipando attivamente a circa una quarantina di gite ed escursioni. La sua più notevole ascensione è stata la difficile vetta della Grivola (tuttora riservata ad alpinisti esperti); tra le altre montagne scalò anche l’Uia di Ciamarella il 20 luglio 1924 insieme agli amici dell’associazione di alpinisti cattolici “Giovane Montagna“.

Allo scoppio della 1^ guerra mondiale Pier Giorgio, anche se molto giovane, si impegnò alacremente per rendersi utile. Inoltre inviava regolarmente ai soldati e alle loro famiglie i suoi piccoli risparmi..  Pier Giorgio conseguì la maturità classica nell’ottobre del 1918. Nonostante le ricchezze della famiglia che venivano elargite ai figli con grande parsimonia, Pier Giorgio era spesso al verde perché il più delle volte i pochi soldi di cui disponeva venivano da lui generosamente donati ai poveri e ai bisognosi che incontrava o a cui faceva visita. Non di rado gli amici lo vedevano tornare a casa a piedi perché aveva dato a qualche povero i soldi che avrebbe dovuto utilizzare per il tram. Pier Giorgio fece attivamente parte della Conferenza di San Vincenzo, aiutando tantissime persone che spesso non avevano di che vivere.

Nel novembre 1918 si iscrisse alla facoltà di Ingegneria meccanica (specializzazione in mineraria) presso il Regio Politecnico di Torino con l’intenzione di poter lavorare al fianco dei minatori (la classe operaia più disagiata a quel tempo), per aiutarli a migliorare le loro condizioni di lavoro.

Però, nonostante gli sforzi e l’impegno, Pier Giorgio morì improvvisamente a due soli esami dalla sospirata mèta. Fu però insignito della laurea ad honorem (Alla Memoria) nel 2001.

È probabilmente visitando i poveri nelle loro abitazioni che Pier Giorgio contrasse una poliomielite fulminante che lo portò repentinamente alla morte in meno di una settimana, dal 29 giugno al 4 luglio, giorno in cui spirò. Giovanni Paolo II lo proclamò beato il 20 maggio 1990. Papa Wojtyla lo aveva definito tra l’altro “un alpinista… tremendo” e “il ragazzo delle otto Beatitudini”. Il miracolo, riconosciuto dalla Chiesa al fine della beatificazione, è la guarigione di Domenico Sellan, un friulano che aveva contratto, verso la fine degli anni trenta, il morbo di Pott.  Questi, quasi in fin di vita, guarì repentinamente e senza un’evidente spiegazione medica dopo che un suo amico sacerdote gli aveva donato un’immagine con una piccola reliquia di Pier Giorgio Frassati, al quale Sellan si rivolse con fiducia, supplicandolo d’intercedere per lui presso il Signore, secondo i principi della religione cattolica, per ottenere la guarigione.

 

frassati

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.