La decisione da parte del Consiglio Direttivo della Sezione CAI di Teramo maturata in realtà già da tempo, trova la sua motivazione nella questione relativa alla triste vicenda delle leggi razziali, la cui applicazione ha visto l’epurazione di tutti i soci del Club Alpino di origine ebraica.
L’allora Presidente della Sezione di Roma Guido Brizio, in attuazione di una circolare della sede centrale del CAI (allora il regime fascista lo aveva ridenominato in Centro Alpinistico Italiano non potendosi utilizzare una locuzione inglese) aveva disposto l’epurazione di tutti i soci di razza non ariana tra i quali Enrico Iannetta e sua moglie Agnese Ajò.
Nei primi anni 50 la Sezione di Roma, con l’intento di agevolare l’avvicinamento degli alpinisti che, dal versante aquilano a quello teramano del Gran Sasso, volevano arrampicare in particolare sul Corno Piccolo, realizzò questa ferrata intitolandola appunto a Guido Brizio.
Pubblichiamo la lettera integrale pervenutaci salla Sezione CAI di Teramo